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Foto Generoso Marra |
Gli aspetti distintivi
individuabili rispetto alle tematiche economico-sociali, così come indicato da
Annabella Rossi, possono essere sinteticamente riconosciuti in: aspetto
festivo, aspetto di ribellione e aspetto rituale.
Comunemente ad altri fenomeni collettivi, il valore di festa si riferisce al periodo rituale definito nel tempo durante il
quale si forma una comunità provvisoria che permane al di là delle vicende
storiche. La funzione eversiva insita nel carnevale chiarisce l’aspetto di
ribellione il cui significato rituale si rifà alle sue origini arcaiche legate
a riti di propiziazione.
Ancora oggi il carnevale, con
le sue feste e i suoi riti, “ha una funzione oppositoria e liberatoria sia a
livello collettivo che individuale”. Le opposizioni vanno ricercate in riferimento al contesto storico-sociale in
cui si trovano collocate le interpretazioni dei miti e dei riti. Dal Medioevo
in poi il Carnevale assume la connotazione “moderna”, fortemente correlata alle
dinamiche del valore e del potere della religione. Una prima opposizione è
facilmente individuabile nella Quaresima. La contrapposizione, cioè, tra
l’esaltazione delle virtù dello spirito e la mortificazione del corpo e la
sublimazione dei piaceri materiali. Risulta evidente che una successiva
opposizione consegue dai costumi che caratterizzano il contesto in esame.
L’abbondanza di cibo (carni in particolare) e la licenza al divertimento si
discostano notevolmente dalla consueta precarietà esistenziale degli individui
delle comunità non solo rurali. Quello che il Burke definì “la promulgazione
del mondo alla rovescia” inquadra un sovvertimento della normalità sociale in cui l’uomo si traveste da
donna, il laico predica al religioso, il servo dà ordini al padrone. Il
capovolgimento dell’ordine dà vita ad un paradosso, nel senso che le classi
svantaggiate, nell’ostentare la propria rivalsa, dichiarano ed “espongono
pubblicamente” le proprie origini, proprio nel tentativo di emanciparsene.
Il carnevale a Pietrelcina aggrega i tre aspetti distintivi inserendoli
in uno spazio temporale molto esteso. I suoi festeggiamenti, infatti, hanno
inizio il 17 gennaio per poi concludersi, in base a motivazioni non sempre
precise o ricorrenti, il giovedì o martedì grasso oppure nella domenica
compresa tra i due. E’ proprio il giorno in cui si festeggia S. Antonio Abate, Sant’Antuono, ad aprire i riti carnevaleschi che a
Pietrelcina assumono alcune caratteristiche singolari. È in questo contesto che
prende vita la maschera di Scardone creato ed esposto nelle varie piazze o
contrade di Pietrelcina. (da Carnevale si chiama Scardone, Ideas Edizioni - 2012)