venerdì 17 gennaio 2014

Il Carnevale dello Scardone (trailer documentario Ideas)

Foto Generoso Marra


Collocato nel ciclo invernale che inizia con la semina e termina con la germogliatura, il Carnevale, nella motivazione iniziale si arricchisce di significati propiziatori.
Gli aspetti distintivi individuabili rispetto alle tematiche economico-sociali, così come indicato da Annabella Rossi, possono essere sinteticamente riconosciuti in: aspetto festivo, aspetto di ribellione e aspetto rituale. Comunemente ad altri fenomeni collettivi, il valore di festa si riferisce al periodo rituale definito nel tempo durante il quale si forma una comunità provvisoria che permane al di là delle vicende storiche. La funzione eversiva insita nel carnevale chiarisce l’aspetto di ribellione il cui significato rituale si rifà alle sue origini arcaiche legate a riti di propiziazione.
Ancora oggi il carnevale, con le sue feste e i suoi riti, “ha una funzione oppositoria e liberatoria sia a livello collettivo che individuale”. Le opposizioni vanno ricercate in riferimento al contesto storico-sociale in cui si trovano collocate le interpretazioni dei miti e dei riti. Dal Medioevo in poi il Carnevale assume la connotazione “moderna”, fortemente correlata alle dinamiche del valore e del potere della religione. Una prima opposizione è facilmente individuabile nella Quaresima. La contrapposizione, cioè, tra l’esaltazione delle virtù dello spirito e la mortificazione del corpo e la sublimazione dei piaceri materiali. Risulta evidente che una successiva opposizione consegue dai costumi che caratterizzano il contesto in esame. L’abbondanza di cibo (carni in particolare) e la licenza al divertimento si discostano notevolmente dalla consueta precarietà esistenziale degli individui delle comunità non solo rurali. Quello che il Burke definì “la promulgazione del mondo alla rovescia” inquadra un sovvertimento della normalità sociale in cui l’uomo si traveste da donna, il laico predica al religioso, il servo dà ordini al padrone. Il capovolgimento dell’ordine dà vita ad un paradosso, nel senso che le classi svantaggiate, nell’ostentare la propria rivalsa, dichiarano ed “espongono pubblicamente” le proprie origini, proprio nel tentativo di emanciparsene.
Il carnevale a Pietrelcina aggrega i tre aspetti distintivi inserendoli in uno spazio temporale molto esteso. I suoi festeggiamenti, infatti, hanno inizio il 17 gennaio per poi concludersi, in base a motivazioni non sempre precise o ricorrenti, il giovedì o martedì grasso oppure nella domenica compresa tra i due. E’ proprio il giorno in cui si festeggia S. Antonio Abate, Sant’Antuono, ad aprire i riti carnevaleschi che a Pietrelcina assumono alcune caratteristiche singolari. È in questo contesto che prende vita la maschera di Scardone creato ed esposto nelle varie piazze o contrade di Pietrelcina. (da Carnevale si chiama Scardone, Ideas Edizioni - 2012)